Carissimi,
in quest’anno associativo Dio Padre, attraverso il Figlio suo, ci esorta a non avere paura di riconoscerlo e di andare ad annunciare il suo messaggio di salvezza. Ci dice, infatti: “Coraggio, sono io, non abbiate paura!”(Mc 6,50). Non dobbiamo avere il timore di precederlo “per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto” (Papa Francesco), testimoniando con la nostra vita il Vangelo e facilitando l’incontro tra chi non crede e il Creatore.
L’adesione diventa, dunque, un momento favorevole per rientrare in se stessi, riscoprendo, o scoprire per la prima volta, la bellezza della propria vocazione di laici impegnati a servizio della Chiesa “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi”(1Pt 3,15). Del resto, come indica lo statuto dell’AC all’articolo 15.1 “l’appartenenza all’Azione Cattolica Italiana costituisce una scelta da parte di quanti i aderiscono per maturare la propria vocazione alla santità, viverla da laici, svolgere il servizio ecclesiale che l’Associazione propone per la crescita della comunità cristiana, il suo sviluppo pastorale, l’animazione evangelica degli ambienti di vita e per partecipare in tal modo al cammino, alle scelte pastorali, alla spiritualità propria della comunità diocesana”.
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