Seconda domenica di Avvento
Il tempo di Avvento ci fa prendere coscienza di un aspetto importante dell’esperienza cristiana: andare incontro al Signore Gesù che viene. Viene a visitarci, a stare con noi. Egli è l’Emmanuele, «Dio con noi».
Andargli incontro significa interiorizzare gradualmente la disponibilità a farsi trovare pronti ad accoglierlo. L’incontro è preparato: dal Signore, innanzitutto, come ci insegna la prima lettura tratta dal profeta Baruc. Ma anche noi dobbiamo fare la nostra parte. «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri»: è l’invito pressante che ci viene rivolto da Giovanni il Battista. Il suo messaggio profetico ha una funzione speciale nel tempo di Avvento, proprio perché pone in evidenza un’esigenza fondamentale: la conversione. In questo senso, l’orazione colletta è molto istruttiva. In questa domenica chiediamo al Padre grande e misericordioso che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il suo Figlio; pertanto abbiamo bisogno del dono della sapienza, che ci guida alla comunione con Lui. L’apostolo Paolo, nel brano della lettera ai Filippesi proposto nella seconda lettura, aiuta a comprendere bene in che cosa consiste l’esercizio dell’autentica sapienza cristiana: «possiate distinguere ciò che è meglio ed essere integri e irreprensibili per il giorno di Cristo».
Il tempo di Avvento educa anche alla gioia. Andare in contro al Signore Gesù che viene ogni giorno e che verrà nella gloria, alla fine dei tempi, significa prepararsi ad una festa. Come il popolo di Israele, anche noi siamo invitati dal profeta Baruc ad indossare le vesti della festa: «Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio per sempre».
P. Vincenzo Battaglia
Assistente Settore Adulti
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